Aprire un'attività di ristorazione potrebbe essere il sogno di una vita per qualcuno, una nuova sfida professionale per qualcun altro, ma è opportuno fin da subito capire quanto guadagna in media un bar.
Certamente è una scelta imprenditoriale sfidante: come abbiamo raccontato in questo articolo sull’investimento iniziale da sostenere per avviare un bar, le spese da valutare sono molte e possono oscillare a seconda di alcune variabili.
Per esempio, un bar per cui si deve pagare un affitto o mutuo avrà spese diverse da un locale di cui si è già proprietari. Un’attività con dieci dipendenti sosterrà costi differenti da un piccolo esercizio a conduzione familiare dove lavorano due persone. Vanno anche considerate le differenze geografiche: un locale di un paesino di mare dovrà sostenere costi differenti rispetto a una struttura in un centro storico.
Oggi approfondiamo ancora meglio questo argomento, per comprendere quanto in media guadagna un bar. Forniremo un'analisi generale, per poter valutare al meglio quali sono le voci di incasso più consistenti, e a quali aspetti occorre fare più attenzione.
Business plan per un bar: quali le voci di guadagno?
Innanzitutto, ricordiamo che ogni bar è un luogo a sé, una storia speciale, e presenta sicuramente alcune peculiarità, punti di forza e aspetti critici.
Cercheremo quindi di dare un’idea di guadagni realistica e al tempo stesso generale, fornendo indicazioni a chi sta ragionando sul business plan del proprio bar.
Ecco, quindi, le principali voci di guadagno su cui un bar può contare:
- vendita di bevande: calde, fredde, alcolici, bottiglie d’acqua;
- vendita di cibo dolce e salato: cibo da bancone, piatti pronti preparati, piccola cucina, snack confezionati, pranzi, aperitivi, ecc.;
- gelati e pasticceria: i gelati possono essere sfusi o confezionati, e se la natura del bar lo prevede, può esserci la pasticceria (dolci e torte);
- forniture su misura, per catering o piccoli eventi: il bar può preparare torte e snack come catering esterno, per esempio per feste e ricorrenze;
- eventi presso la struttura: se le condizioni lo prevedono, il bar può essere affittato per eventi presso le sale, con somministrazione di cibo e bevande;
- corsi e attività per il pubblico: sempre a seconda della struttura e organizzazione del bar stesso, si possono organizzare corsi per il pubblico su tematiche varie, da corsi di cucina a corsi creativi, e il guadagno avviene tramite l'affitto delle sale.
Entriamo nello specifico e proviamo a quantificare quale può essere una cifra di guadagno finale realistico per essere considerata un’attività professionale a tutto tondo.
Quanto deve guadagnare un bar: ipotesi di fatturato
Innanzitutto, è importante sottolineare che il vero guadagno di un bar è dato da ciò che rimane al netto di tutte le spese sostenute. Tra queste si annoverano le spese di locazione e di gestione, di acquisto materie prime, quelle burocratiche, per il personale, ecc.
Dato che ogni struttura avrà delle spese peculiari, proviamo a ragionare insieme su una cifra indicativa che può essere per tutti un parametro utile.
Incassi di un bar: l’analisi delle cifre
Come è emerso dall’analisi dei dati FIPE (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) sulla situazione dei bar in Italia nel 2018, il fatturato medio per questo tipo di attività è di 465.000 euro l’anno. Un bar, quindi, guadagna circa 38.700 euro al mese.
Possiamo quindi scegliere questa come cifra di partenza per analizzare quanto dovrebbe guadagnare al mese un bar. Da questa cifra vanno quindi tolte tutte le spese vive che il bar deve sostenere mensilmente e, a questo punto, si potrà avere un’idea il più possibile indicativa di un guadagno.
Bandi e incentivi, qualche suggerimento
Far quadrare i conti di un’attività come un bar non è certo facile. Per questo il nostro consiglio è quello di esaminare con attenzione opportunità date dal proprio Comune o Regione, come ad esempio:
- bandi per agevolare l’imprenditoria giovanile;
- incentivi per l’apertura di imprese familiari;
- bandi per il recupero di spazi in disuso in cui si può installare un punto ristoro;
- opportunità per bar temporanei in concomitanza di eventi o rassegne.
L’importanza di offrire servizi variegati
Tenendo conto delle differenze che possono esserci tra un tipo di bar e un altro, un suggerimento utile per tutti può essere quello di diversificare le fonti di guadagno.
Per esempio, si può pensare di non concentrarsi solo su colazioni e light lunch, e di restare aperti anche per l’aperitivo.
Altra idea potrebbe essere quella di dare la possibilità di utilizzare lo spazio - se possibile - per eventi privati e attività varie, guadagnando così dall’affitto o dal buffet preparato per gli ospiti.
O, ancora, seguendo il trend dei tanti freelance e nomad workers che viaggiano spesso per lavoro e possono lavorare “ovunque”, perché non dare la possibilità di utilizzare la connessione wifi a chi consuma, e incentivare quindi a sostare al bar?
Ogni locale potrà trovare la strada più adatta, cercando sempre di offrire servizi curati e utili per la propria clientela, che sarà sempre più incentivata a fermarsi, anche solo per un saluto o un caffè “al volo”.